Si conclude al Monk Club il Tour One-Man Live Show di Jacob Collier

Ascoltare Jacob Collier dal vivo è un’esperienza che fa rivalutare il significato della parola talento. Il ventitreenne londinese, considerato tra i migliori performer e compositori al mondo, si è esibito lunedì 18 dicembre al Monk Club di Roma, di fronte ad una folla di fan in delirio. Il palco è allestito per una vera e propria band di più di 10 elementi, ma a tenerlo c’è solo lui, con le sue indiscutibili doti di musicista, un sorriso disarmante e un’energia trascinante, a cimentarsi in un “one man show” senza pari.

Jacob, che ha raggiunto fama internazionale grazie a stupefacenti video postati su YouTube, ha voluto ricreare sulla scena l’atmosfera della sua stanza, là dove tutto è cominciato, indossando ironicamente addirittura una specie di pigiama, con comoda maglietta bianca, pantaloni larghi coloratissimi e calzini spaiati a righe.

Il servizio fotografico della serata è stato realizzato da Marco Di Donna (Instagram).

L’artista dietro allo show

L’artista, che ha ricevuto lodi da personaggi del calibro di Herbie Hancock, Pat Metheny, Chick Corea e Quincy Jones (che lo ha definito “Genio assoluto”) corre sul palco, passa con disinvoltura da uno strumento all’altro e canta con una voce unica, nella quale si riconoscono gli echi di Jeff Buckley, Anthony e, ovviamente, Stevie Wonder, la sua principale fonte d’ispirazione, al quale Jacob ha dedicato la cover di You and I, premiata con un Grammy per Best Arrangement, Instrumental or A Cappella.

Collier si rivolge al pubblico con l’entusiasmo e il candore dei suoi vent’anni, parlando dell’importanza di esprimersi cercando il proprio linguaggio personale, e incitando i presenti a fare lo stesso.

Jazz, Funk, pop, nel suo live si fondono e si accavallano con una potenza e una naturalezza incredibili, accompagnati dalle proiezioni live progettate dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston, nelle quali l’immagine del musicista viene moltiplicata e i colori formano psichedelici caleidoscopi, quasi a simboleggiare l’ecletticità del performer.

Il tour del suo disco d’esordio, In My Room, durato due anni e mezzo, si conclude qui, nella Capitale. Jacob Collier ringrazia commosso i suoi collaboratori e amici che chiama uno a uno sul palco per condividere e festeggiare il suo successo, prima di immergersi nell’ultimo brano: Blackbird di Sir Paul McCartney.

Usciamo dal locale con una confortante sensazione di pienezza, con la certezza di essere stati spettatori di un artista che sta facendo la storia della musica contemporanea.

Marco Di Donna