Romaeuropa Festival 2018: Kirina ci porta a conoscere l’Africa
Il servizio fotografico della conferenza stampa è stato realizzato da Michela Gobbo.
Lunedì 17 settembre presso la sede della Fondazione Roma Europa si è tenuta la conferenza stampa d’apertura del Romaeuropa Festival 2018. Dopo la prima presentazione ad aprile, ove si è svelato l’intero programma della rassegna che si svolgerà in varie sedi romane dal 19 settembre al 25 novembre, nell’ultimo incontro l’attenzione è stata concentrata sull’opera di apertura Kirina.
Il festival, giunto alla sua trentatreesima edizione, era inizialmente nato per far conoscere le tendenze dell’arte europea (in tutte le sue forme) ma è mutato nel tempo. La società che ci circonda è cambiata e fermarsi all’arte europea è assai limitante in un periodo storico di migrazioni, così la rassegna si è aperta al mondo. Quest’anno saranno ospitati artisti da 24 paesi siti in 4 continenti e molti di loro sono alla prima partecipazione del REF.
Il titolo dell’edizione è Between Worlds. Fabrizio Grifasi, Direttore Generale e Artistico della Fondazione in merito allo scopo di questa edizione dice:
«L’essenza stessa della nostra missione si colloca in questo spazio in between, luogo di mediazione e riconciliazioni fra opposti, ambito di riflessione e accoglienza.»
Kirina
Kirina è un incontro tra la mitologia africana e la cultura occidentale. Gli autori si sono ispirati alla mitologia mandinga soprattutto all’epopea di Soundjata Keita, poema epico che racconta la fondazione dell’impero del Mali. Su Kirina sempre Grifasi afferma:
«Ci introduce ai temi e ai percorsi che saranno affrontati…un Festival Mondo che fisicamente intercetta e convoglia pensieri e progetti, incrocia temi e questioni al cuore del nostro modo di vivere come modalità di libero sviluppo della ricerca artistica.»
Alla presentazione era presente Serge-Aimé Coulibaly, il coreografo dell’opera che ha spiegato il lavoro. Il coreografo del Burkina Faso, la cantante del Mali Rokia Traoré e lo scrittore Felwine Sarr hanno unito i loro talenti per dare origine a un percorso fra mondi. Kirina è un’opera per 9 danzatori, 1 attore, 4 musicisti, 2 cantanti e 40 figuranti (selezionati, per le rappresentazioni romane, tra gli studenti dell’Accademia Nazionale di Danza).
Coulibaly, molto socievole e sorridente, ha raccontato che Kirina è prima di tutto una battaglia: spesso l’uomo è cattivo senza una ragione ma attraverso la mente e la volontà può ricostruirsi e cambiare. Emblema di questo nella scena è l’uomo paralizzato che a fine opera si alza. Ha raccontato che Sarr nella sua opera descrive l’Africa come un continente ricco di cultura e tradizioni, ma che purtroppo nel mondo è presentata male, in maniera negativa. Kirina, vuole essere un mezzo per mostrare la realtà africana, per diffondere un’immagine dell’Africa lontana dagli stereotipi con cui è raccontata ai media occidentali. In quest’ottica Coulibaly ha spiegato la scelta di inserire come figuranti artisti del paese ove mette in scena l’opera come mezzo per unire e far conoscere.
È stato un incontro che ci ha lasciato curiosi di scoprire questa opera, l’entusiasmo del curatore è stato forte e tangibile e si è trasmesso a noi che lo ascoltavamo! Kirina sarà in scena al Teatro Argentina dal 19 al 22 Settembre 2018.
Per informazioni sulla programmazione del festival: https://romaeuropa.net/festival-2018/
Per biglietti: https://romaeuropa.net/box-office/
Michela Gobbo