
I Ministri // Rock in Roma 2019
Il servizio fotografico della serata è stato realizzato da Nicola Lorusso.
Nella serata del 20 luglio 2019 il concerto al Rock in Roma sembra essere in ombra. Nell’aria c’è un’idea di concerto di “secondo piano” a causa del concerto allo Stadio Olimpico dei Muse, ma lo spettacolo è tutto da scrivere.
Alle 21 in punto Giancane, un romanissimo cantante già chitarrista de Il Muro del Canto, inizia a suonare dichiarando subito ironicamente che «faranno cover dei Muse». Invece suona le sue canzoni rock quasi punk italiane, facilmente riconoscibili e con una band di tutto rispetto dove spiccano una potente sessione ritmica e tastiere polistrumentiste. Lo schermo del palco proietta delle pubblicità in totale contrasto con il concerto che a prima vista distraggono il pubblico.
Durante la serata Giancane riesce a focalizzare l’attenzione sulle sue canzoni, mantenendo naturale la fruizione delle canzoni coinvolgendolo direttamente. Iniziano con Hogan Blu poi Disagio che fa partire il pogo sotto il palco. Il secondo chitarrista annuncia quindi che il concerto è trasmesso in diretta su Rai Radio 2 e seguono a suonare Vita Di Merda e Limone. A questo punto sale sul palco un altro grande esponente della musica romana, il rapper Rancore. Lui è ormai conosciuto al grande pubblico per la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2019, nella canzone di Daniele Silvestri. Insieme cantano prima Ipocondriae poi Skatepark, una canzone del suo album Musica per Bambini dove Giancane suona la chitarra. Il gruppo saluta, ringrazia il pubblico e chiude con Buon Compleanno Gesù, Vecchi di Merda, che tentenna a suonare ma incitato dal pubblico ne riconosce la paternità, e Non Dormo Più.
Il pubblico è già carico e alle 22.30 appare sullo sfondo lo squalo dell’ultimo album de I Ministri. Il trio composto dai milanesi Davide Auteliano (voce e basso), Federico Dragogna (voce e chitarra), e Michele – Michelino – Esposito (batteria) hanno aggiunto recentemente un nuovo componente, il chitarrista Marco Ulcigrai. Come molti artisti arrivati quest’anno a Rock in Roma, anche loro appartengono all’indie italiano ormai sdoganato con le varie presenze in festival e tv. Partono subito spingendo sul ritmo ipnotizzante di Mammut. Si scaldano tutti e l’impatto è quello di una band sicura del proprio suono che ci mette anima e cuore. Continuano con Cronometrare la Polvere e Comunque. Il prato si riempie sempre di più con gente che scende dalle scalinate per avvicinarsi al palco. La serata è un crescendo e l’energia si sente e passa dal palco al pubblico in uno scambio continuo. La gente canta, batte le mani a ritmo e si gode le power songs Idioti, I soldi sono finiti, e riprende fiato con i suoni di ballate come Sabotaggi.
Federico, in maniera intima e onesta, parla della loro decisione di partire per l’Erasmus tanti anni fa e di iniziare questa avventura. Dice che dopo tutti questi anni la cosa migliore che hanno fatto sono le persone che sono davanti a loro. Tutto questo mentre Davide si toglie la maglia e lancia delle bottigliette di acqua per dissetare il pubblico, trasmettendo un senso di sintonia e di democrazia nella band che non ha un unico leader, ma sono tutti a loro modo frontman. La parentesi di intimità chiude con la richiesta di darsi un abbraccio in modo da introdurre Usami. Ritmo incalzante e coinvolgente.
Canzoni come Palude, Bevo e Fidatevi garantiscono l’effetto polverone sotto il palco e Federico riesce, nel momento centrale e più coinvolgente del concerto, a fare bodysurfing mentre canta Il Bel Canto.
Tutte le loro canzoni sono pillole di energia dense di significati che si possono interpretare attraverso messaggi che arrivano senza filtri. La loro forza sonora e la prova live riescono a togliere quell’ombra che inizialmente sembrava esserci sul Red Stage di Rock In Roma 2019 a causa del concerto all’Olimpico. Da non perdere se ci passate vicini al loro prossimo concerto.
FDC