Suonato, in uscita il 14 settembre per l’etichetta Goodfellas, è il nuovo album di Emilio Stella, cantautore romano classe 1983. L’abbiamo incontrato lo scorso 8 settembre poco prima del concerto al Parco Schuster, dove ce lo ha presentato in anteprima. Di seguito quello che ci ha raccontato.


Emilio Stella – Suonato
Camilla Sabatini: Ciao Emilio, ben trovato. Innanzitutto, complimenti per il disco che ci è piaciuto tanto.
Emilio Stella: Grazie.
C’è tanta Roma nel tuo disco, si sente, si percepisce. Come pensi che sarebbe stato Emilio Stella se non ci fosse stata Roma?
Beh, non lo so. Sinceramente, non riesco a immaginarmi senza Roma. Molto semplice.
Quindi è la tua prima e sola fonte di ispirazione?
No, non è solo Roma, perché poi in realtà nel disco di brani in dialetto sono tre o quattro, compresa Pontina, che raccontano un po’ la realtà quella più vicina. Gli altri, alcuni parlano della Calabria, altri come per esempio Gli alieni, è una cosa nata sull’aereo in un viaggio a Barcellona. In realtà il disco ha molte sfaccettature, ma chiaramente Roma è una delle maggiori fonti d’ispirazione, sicuramente. Non l’unica, ma una delle maggiori.
Di tutto il disco, qual è stata la canzone più difficile da scrivere e da far venir fuori?
Mah, devo pensarci un attimo. Devo dire, forse, aspetta eh, ce sto a pensa’ (ride). Quella più difficile forse è stata Attenti al cool perché è un brano che comunque è un po’ più movimentato, un pochino più radiofonico se vogliamo, che va in controtendenza con la scelta di registrare un album tutto Suonato. Adesso le cose che vanno in radio sono la maggior parte quasi tutti campionamenti, quindi non ha proprio il suono del brano radiofonico seppur ha dei connotati radiofonici. È stato molto difficile a livello di sound raggiungere il compromesso tra quello che può essere fruibile per un ascoltatore medio e quello che piaceva a noi.
È stata una bella fatica ma con un bel risultato, direi.
Sì, si può sempre fare meglio, però.
Invece qual è stata quella più facile? Quella che è venuta fuori da sola?
Un po’ tutte, perché poi alla fine scrivere parte da un’ispirazione, da un qualcosa che ti arriva, quindi ti esce fuori. Questi sono tutti brani che grosso modo sono arrivati così, per ispirazione. Poi chiaramente arrivi a un certo punto dove ti fermi e lì parte anche un po’ il ragionamento, il fatto di dire “cosa voglio comunicare?” Sta cosa che ho tirato fori, che vor dì? E quindi poi là ragioni un attimo, però diciamo che difficili da scrivere nessuno. Sarebbe stato difficile da scrivere un brano se avessi raccontato qualcosa che non conosco.
L’Emilio del primo disco e l’Emilio del secondo. Le similitudini e le differenze che trovi.
Ci sono molte similitudini e pochissime differenze. La differenza, probabilmente, è il fatto di aver poi incontrato una band e quindi aver fatto un percorso a livello musicale di crescita. Però poi, alla fine, c’è un legame tra il passato e il presente, come se accadesse tutto nello stesso tempo. Quindi, forse, non saprei dirti quanto sono diverso. Sono sempre lo stesso, alla fine. Sono diverso allo specchio, poi dentro sono sempre uguale.
L’ultima domanda e poi ti libero. Che cosa riserva il futuro a Emilio e alla musica?
Il futuro oggi riserva l’uscita di un disco, intanto, che è già qualcosa, visto che sono passati tanti anni. [Suonato, in uscita il 14 settembre] Il futuro nell’immediato è questo, poi mi auguro sicuramente di continuare ad avere questa passione intatta e di stare bene suonando. Questo è già un punto di partenza, poi tutto quello che viene ce lo prendiamo..
In bocca al lupo per tutto!
Viva il lupo
Ci auguriamo di rivederti anche durante l’inverno e speriamo di non aspettare tanto per il prossimo disco
Daje! No, quello sicuramente no, perché comunque ne ho altri due pronti e non vedo l’ora di farli uscire!
Camilla Sabatini