Calibro 35 // Villa Ada – Roma Incontra il Mondo 2018

Il servizio fotografico della serata è stato realizzato da Alessandra Spagnoli.

Quando arrivi a Villa Ada c’è sempre quella magia particolare che ti si apre di fronte quando, dal buio dell’ingresso, l’occhio attraversa il laghetto dove si riflettono le luci del palco. Questa sera poi, la magia era amplificata dalla musica dei Calibro 35, il gruppo che da dieci anni ricrea le atmosfere delle pellicole Anni ‘60 e ‘70, ispirandosi ad un preciso genere cinematografico, il poliziesco all’italiana.

Quando si apre il live, sul palco salgono 10 musicisti che immediatamente creano la perfetta colonna sonora di un film immaginario di cui si rendono indiscussi protagonisti. L’energia, la classe e il marchio distintivo della band sono raggiunti dall’ensemble del virtuoso super gruppo, che annovera artisti del calibro di Enrico Gabrielli alle tastiere e ai fiati (AfterhoursMariposa, Vinicio Capossela), Massimo Martellotta alla chitarra (Stewart Copeland, Eugenio Finardi), Fabio Rondanini alla batteria (Afterhours, Cristina Donà, Niccolò Fabi) e Luca Cavina al basso (Beatrice Antolini, Zeus!), oltre che Tommaso Colliva alla produzione.

Alla manifestazione Villa Ada – Roma Incontra il Mondo questo nucleo storico raddoppia per dare vita a Decade, sesto album in studio uscito per celebrare dieci anni di onorata carriera della band, del quale vengono eseguiti dal vivo numerosi brani, come SuperStudio, Psycheground e Faster, Faster!. Tra gli altri, ospite speciale è Rodrigo D’Erasmo, che stasera segue con il suo violino i compagni di viaggio musicale Afterhours. Le atmosfere corrono dall’etno-jazz al funk, dallo psych alla musica sperimentale e, con la loro forza trascinante e a tratti evocativa, sono in grado di coinvolgere e rapire il pubblico che partecipa con entusiasmo al live.

È Gabrielli a prendere la parola dopo i primi brani, eseguiti tutto d’un fiato, scherzando sul fatto di essere una band strumentale:

«Anche noi sappiamo parlare, anche noi abbiamo qualcosa da dire.»

Presenta quindi gli altri musicisti tra un set e l’altro, riservando piacevoli sorprese, come A taste of honey, il famoso standard inciso anche dai Beatles, qui riproposto in chiave strumentale.

Il logo che fa da scenografia alla band, che ha la forza di uno sparo e stimola l’immaginazione come le immagini di Rorschach, fa pensare ad uno squarcio su un muro, quello che i Calibro 35 sono in grado di aprire su altre dimensioni, in bilico tra un passato glorioso e un futuro fantastico.

Michela Centioni