Damien Rice – World Water Wind Tour // Teatro Romano di Ostia Antica 2018
Il servizio fotografico della serata è stato realizzato da Andrea Cavallini (Facebook | Instagram).
Damien Rice porta nella splendida cornice del Teatro Romano di Ostia Antica il suo Wood Water Wind tour. È una lunga fila che attraversa generazioni quella che si sistema all’ingresso dell’area archeologica, e l’attesa per il cantante irlandese è resa ancora più magica dalla passeggiata che divide dal teatro romano. C’è ancora chi calpesta i basoli antichi costeggiando il Piazzale delle Corporazioni e si guarda intorno, affascinato.
Era proprio ad Ostia che il Tevere ricongiungeva il Mar Tirreno in epoca romana (Ostium: foce), e la location è perfetta per un Tour come quello di Damien Rice, portato di città in città a bordo di un’antica barca a vela, di porto in porto.
Damien è un artista a cui piace parlare spesso con il pubblico, a cui chiede subito di accompagnarlo in Trusty and True, dividendo il teatro a metà in un’alternanza di cori che riesce bene, come lui stesso dice. Lo spettacolo è cominciato. Dopo i primi brani, scelti da Damien in assenza di scaletta e con lo spontaneo consenso degli spettatori, l’artista si esibisce in un unplugged I Don’t Want to Change You. È l’acustica del teatro romano, in totale assenza di amplificazione e luci, a catturare il silenzio totale dei circa 4000 fan seduti sulle rovine, da cui sale lentamente il ritornello in sottofondo.
La voce femminile di Greta Zuccoli accompagna Damien in Volcano e Cold Water, cantate originariamente da Lisa Hannigan. La performance che ne viene fuori ci ricorda i toni intimi e sommessi, riusciamo ad emozionarci allo stesso modo e riconoscerne l’amore nelle sue forme, che muove tutta la produzione musicale dell’artista. Scherzando, Damien ringrazia i suoi fan, che se non avessero provato almeno una volta nella vita il dolore dell’amore non sarebbero stati lì per lui, e soprattutto, non ci sarebbe stato lui.
L’improvvisazione fa sorridere nella strofa sbagliata di Accidental Babies e nella sigaretta che gli viene offerta da una fan in Cheers Darlin’.
Il concerto fa rotta verso la chiusura con l’ingresso sul palco delle sue “muse ispiratrici” Gyda Valtysdottir, violoncellista islandese e Mariam The Believer, accompagnata da Josephine Runsteen. Sono loro a comparire sul palco per l’opening del concerto, e si esibiscono nei brani di chiusura insieme a Greta Zuccoli (I remember) e Damien Rice con 9 Crimes e The Blower’s Daughter. È questo brano a chiudere lo spettacolo, una versione unplugged di chitarra e violino, Josephine Runsteen, a luci soffuse. Il teatro ha raggiunto l’orchestra, il silenzio è tornato sulla scena e le voci salgono lentamente ancora una volta ad accompagnare l’artista.
C’è chi aspetterà Damien per una delle sue performance dopo-concerto, e lui, ancora una volta, non deluderà.
Jolanda Patruno