Lacuna Coil + Eluveitie + Infected Rain // Orion (Ciampino)
Grande serata di musica, quella di domenica 3 novembre a Ciampino! Le tre band che si sono alternate sul palco dell’Orion hanno offerto uno spettacolo di altissimo livello, vario e mai banale.
Il servizio fotografico della serata è stato realizzato da Andrea Cavallini (Web | Facebook | Instagram).
Gli Infected Rain, interessante band moldava cui spettava il difficile compito di aprire la serata, hanno decisamente colpito nel segno e convinto tutti con la loro adrenalinica miscela di Metalcore e Nu metal. La cantante, Lena, si destreggia bene tra gli scream e il pulito, interpretando i pezzi con convinzione e maestria, ed è una più che valida performer, in grado di scaldare il pubblico e di tenere il palco giocando tra forza e sensualità.
Il secondo gruppo della serata, gli Eluveitie, offrono uno spettacolo decisamente lungo e davvero di classe, muovendosi elegantemente tra Folk Metal e Celtic Metal e mostrando di essere una formazione compatta e ben rodata. Si presentano sul palco in 9, portando, oltre agli strumenti “classici”, anche vari flauti, una bellissima ghironda, un violino, un’arpa celtica e una chitarra portoghese. E riescono a divertire e far ballare le persone sotto il palco per ben più di un’ora, senza sbagliare un colpo.
La cantante, Fabienne, è elegantissima, quasi eterea, e ha una voce straordinaria, altissima e cristallina, perfettamente bilanciata dalla grave potenza e dalla ruvidezza di Chrigel, controparte maschile della band.
Finora il concerto è stato piacevole, le due band sono state davvero valide e interessanti, ma si sente che nell’aria c’è una fremente attesa carica di aspettative…Tutti siamo lì per sentire loro, gli headliner della serata: i Lacuna Coil. E infatti, appena la band milanese mette piede sul palco, sale un boato che scuote tutto l’Orion! L’apertura con Blood, Tears, Dust viene accolta con entusiasmo: mani che si alzano, voci che cantano, applausi scroscianti. La voce di Cristina è magnifica come sempre, pulitissima e potente, e Andrea è un contraltare perfetto, col suo growl chiaro e intenso.
Parte subito dopo Trip the Darkness: il pubblico si infiamma, partono i cori, la gente canta tutto il pezzo, assolutamente in adorazione. Il legame tra i 5 sul palco e il pubblico è forte: i Lacuna Coil sono band d’esperienza, e hanno col proprio seguito un rapporto speciale, molto aperto, basato su contatti ravvicinati e una grande condivisione. Maki guarda tutti, approva apertamente, è soddisfatto. Finita la canzone è il momento dei saluti inziali, ad opera di Cristina, che dimostra fin da subito tutta la sua esperienza di performer e si assicura di scaldare gli animi a dovere:
«La nostra bellissima Roma! Come state?! È bello rivedervi. Siamo venuti qui tre anni fa, quindi è da un po’ che non ci vediamo, vero? Troppo tempo! Troppo tempo. Allora, noi siamo pronti per una grandissima festa questa sera, però mi domandavo se voi eravate della stessa opinione…»
Ovviamente parte un gran boato, urli e voci che si rincorrono. La situazione è caldissima, l’energia in gioco tanta. Quando inizia Our Truth i toni si alzano ancora, il pubblico decisamente dimostra di gradire. Il brano è perfetto, un altro grande, immancabile classico dal tiro incredibile con il quale è impossibile stare fermi. E infatti si salta e si balla, c’è energia in movimento. Se ne accorgono anche loro sul palco, e infatti Cristina grida entusiasta:
«Che bella energia! Troppo bella! – poi prosegue – Io ho queste due iniziali sui manicotti, non so se le riconoscete, ho una B e una A… Vi dice qualcosa se vi dico Black Anima?! È il nostro ultimo disco, spero l’abbiate ascoltato, spero vi piaccia. Noi ne siamo molto orgogliosi e volevamo presentarvi una delle canzoni nuove, una canzone che ci invita tutti a slegarci un po’ dalle convenzioni, a fare un po’ quello che ci pare, perché se non si fa male a nessuno è giusto essere Reckless!»
Reckless, il primo brano della serata tratto dall’ultimo album dei Lacuna Coil (uscito l’11 ottobre e di cui vi avevamo parlato qui e qui), viene accolto con un boato dal pubblico, che dimostra di conoscere già a memoria i pezzi nuovi e di apprezzarli molto. La band è straordinaria nell’esecuzione, e Reckless, così come gli altri pezzi nuovi che saranno proposti durante il concerto, si inserisce perfettamente nella cornice della serata e ha tutte le carte in regola per entrare a far parte della scaletta dei Lacuna Coil in pianta stabile.
Segue la straordinaria, intensa, struggente My Demons, altro brano che per fortuna non manca mai e che il pubblico dimostra di amare tantissimo, cantandolo a squarciagola con lo sguardo rivolto al palco e le mani che si muovono all’unisono. Sono soddisfatti, sul palco, si vede. Andrea grida, esaltato e adrenalinico:
«Grazie Roma! Grazie a tutti. Non veniamo molto spesso, come ha detto prima Cri, e quindi vi ringraziamo tantissimo di essere qua questa sera, una domenica sera, grazie a tutti di essere qua.»
A questo punto c’è una scena straordinaria: inizia con un piccolo errore di Cristina, che cominci a presentare un brano che invece sarà dopo nella scaletta. La dolcezza con cui Maki le si avvicina e la corregge, e Andrea la protegge, fa sì che questo momento, che poteva essere buffo, sia invece assolutamente magico e speciale, un’occasione per avere la conferma che su quel palco ci sono persone e non personaggi. Cristina la butta sul ridere, con una frase per sdrammatizzare:
«C’è Layers of Time? Va bene, c’è Layers of Time, ok! Pronta!»
Interviene Andrea:
«Dovete sapere che oggi Cristina non è stata tanto bene, quindi, se ogni tanto c’è qualche svarione dovete capirla.»
E Cristina:
«È vero. Anzi, vorrei ringraziare i paramedici romani per avermi raccattata da terra!»
Il coro col suo nome che parte subito dopo è la conferma che tutta l’umanità e la delicatezza del momento hanno toccato profondamente le persone presenti. Subito parte Layers of Time – primo grandioso singolo tratto da Black Anima – che piomba sull’Orion con tutta la sua granitica potenza, e non ce n’è per nessuno! È un singolo spaccaossa che rende il parterre un’unica onda di teste e corpi che si muovono, mentre il muro di note si innalza furioso e compatto.
La successiva è Veneficium, e per presentarla Cristina fa un discorso straordinario, coraggioso, importante e decisamente non banale, che viene accolto da un applauso forte e lunghissimo, sentito:
«Adesso vi facciamo un’altra delle canzoni nuove. Io spero proprio che abbiate imparato il testo, perché in questa canzone c’è una parte in latino, che dice una cosa fondamentale. Parla della possibilità di una vita nuova, un nuovo giorno che nasce quando il veleno dentro è stato sconfitto. Liberatevi di qualunque tipo di relazione tossica abbiate nella vostra vita, non restateci dentro, per abitudine, perché è così, perché è brutto stare da soli, perché avete paura. Liberatevene immediatamente, è la vostra vita, non dimenticatevelo mai.»
Durante Veneficium sono tutti rapiti, il ritmo ipnotico e travolgente del pezzo e i vocalizzi estremi di Cristina catturano tutta l’attenzione del pubblico. L’assolo di Diego (n.d.r. Cavalotti) in questo brano è una novità davvero valida e interessante, una piccola innovativa perla che aggiunge movimento al brano. Anche live funziona davvero straordinariamente. Il chitarrista, entrato nella band nel 2016, dà l’impressione di essersi inserito davvero bene, e sta dimostrando di avere carattere e uno stile personale che va a impreziosire e ravvivare la band, che sembra vivere uno stato di grazia perenne e costantemente in crescita.
Alla fine del brano Cristina prende di nuovo parola:
«Noi volevamo ringraziarvi dal profondo del cuore per essere qui questa sera. Ci sono tantissimi concerti in giro, tantissimi eventi, ma voi avere deciso di condividere la vostra serata insieme a noi e insieme agli Eluveitie e agli Infected Rain! È solo la seconda data ma ci stiamo già divertendo tantissimo. E quindi sapete bene che voi fate parte della nostra famiglia allargata e sarete sempre i benvenuti nella nostra House of Shame!»
The House of Shame riempie tutto lo spazio, è un brano con un muro di suono incredibile, su cui la voce di Cristina vola lieve come una piuma. Eleganza e brutalità che danzano e si inseguono tra le note. Bellissimo.
È il momento di un altro estratto da Black Anima, Sword of Anger, che i ragazzi eseguono in maniera perfetta. Sono tutti musicisti bravissimi e maniacali, suonano in maniera impeccabile, e anche nei pezzi nuovi non ci sono sbavature. Il pubblico è in delirio, i brani proposti sono azzecatissimi e il ritmo è davvero alto. L’energia dentro l’Orion è incredibile, quasi palpabile.
I Lacuna Coil toccano e stringono mani, regalano sguardi e sorrisi a tutti, Maki schiocca baci che volano a rendere felice qualche fanciulla: i 5 sul palco sono una live band eccezionale, macinano migliaia di chilometri, fanno serate su serate, ma ogni volta quello che regalano al pubblico è qualcosa di speciale, di unico. Non si risparmiano, non danno nulla per scontato, e se la godono. Questa cosa fa la differenza! Prende parola Andrea:
«Grazie a tutti. Abbiamo iniziato questo tour dell’Italia ieri a Bari… Che è anche una cosa un po’ insolita, no? Partire dal sud. Però siamo molto onorati di poterlo fare. Ieri è stata la nostra prima data iniziata al sud in vent’anni, quindi le cose stanno cambiando un po’ in tutta Italia. Grazie! Grazie soprattutto a persone come voi che tengono viva questa musica.»
Cristina coglie poi l’occasione per salutare Claudio Simonetti, fondatore dei Goblin (storico, mitico e mai abbastanza osannato gruppo progressive rock italiano) presente tra il pubblico della serata:
«Volevamo anche salutare un nostro amico, non l’ho ancora visto, lo vedremo dopo. È un’eccellenza italiana nel mondo, molti di voi conoscono i Goblin, quindi Claudio Simonetti non ti vedo, non so dove sei, ma ti vogliamo un sacco di bene! Eccolo lì!»
Scrosciano applausi e si alzano cori, l’Orion canta e salta all’unisono. Il tempo di prendere fiato, e parte Enjoy the Silence: l’Orion esplode! La cantano tutti, davvero. E nessuno riesce a stare fermo. È un tripudio di gente che si diverte, straordinario. Il finale è con Maki che mette il basso addosso a Cristina, poi le si mette davanti e finge uno striptease! L’atmosfera è quella di una grande festa metal dove tutti stanno bene, chi suona e chi canta tanto quanto chi ascolta urlando e facendo casino.
È il momento di una breve pausa, dopo la quale i musicisti escono dalle quinte sulle note stridule di scampanellii e suoni campionati, tenendo il ritmo con le dita… Lo spettacolo è decisamente grottesco, e in fin dei conti geniale! Infatti sono tutti colti da un attimo di smarrimento, che subito rientra quando il basso di Maki torna a fare il suo dovere e frantuma tutto il siparietto, che poi viene definitivamente spazzato via dalle martellate di Richard (n.d.r. Meiz) alla batteria: inizia così Naughty Christmas, il geniale brano “natalizio” della band, che infiamma di nuovo gli animi. Lo segue a ruota Heaven’s a lie, apprezzatissimo: il coro che si innalza è meraviglioso, un migliaio di persone che cantano con una voce sola, mentre le braccia levate al cielo tengono il ritmo all’unisono.
Segue Swamped, e un silenzio composto scende nella sala mentre le persone si godono la voce di Cristina, per una volta morbida e calda, e il cantato roco di Andrea. L’atmosfera è sospesa, le persone riprendono fiato ma sono pronte a saltare di nuovo su al successivo assalto musicale, che arriva subito dopo il ringraziamento finale di Cristina, sincero e accorato:
«Volevamo ringraziarvi ancora una volta, siete meravigliosi. Per noi, ricevere questa energia nella nostra terra veramente è una cosa che non potete immaginare. Grazie davvero!
Vi lasciamo con una canzone che è diventata un po’ non solo una canzone che serve a noi per ricordarcelo, ma è diventato un po’ un inno per i nostri fan. È una canzone che vi invita a non mollare mai. La vita non è sempre semplice, a volte arrivano quei momenti schifosi che ci fanno pensare di mollare tutto e via. Io invece vi invito a essere forti, perché una volta che si tocca il fondo si può solo ed esclusivamente risalire. Nella canzone c’è una frase in inglese che dice “noi non abbiamo paura di nulla”. Vorrei che lo diceste insieme a noi prima di cantare questa canzone: We fear nothing!»
Il coro che sale accompagnato dal battere ritmico di Richard è atavico e potente, e Nothing Stands In Our Way è il finale perfetto per una serata incredibile. Il pubblico applaude, i Lacuna Coil ringraziano emozionati. Foto di rito, gli ultimi saluti, e si va via felici e soddisfatti.
Se non lo avete ancora fatto, regalatevi un concerto dei Lacuna Coil. Io ne ho visti già tre, e posso assicurarvi che ne vale la pena!
Adriana Serra