Fermi tutti. Prima di leggere queste righe ed investire tre minuti del vostro tempo prezioso, assicuratevi di essere pronti, ma non per la qualità dello scritto, quanto dell’argomento. Signore e signori, ladies and gentlemen, benvenuti nel Rock and Roll, in arte: Robert Plant. Ma chi è davvero questo riccioluto personaggio? Una volta era considerato l’iniziatore dell’Hard Rock, il front man per antonomasia, il Musicista, il cantautore e compositore eclettico e sfrontato, il numero 15 nella classifica dei 100 migliori cantanti di sempre (chiedere all’amata e famosa rivista statunitense Rolling Stone).

E adesso? Provo a dirvelo io, nel rispetto del mito. Robert Plant nel 2018, alla soglia dei settant’anni che arriveranno ad Agosto, mi piace pensarlo come un pensatore errante di suoni, di note che cavalcano il mare del mondo, di accordi che sfiorano le nuvole, mentre passeggia sulle amate colline del Galles, nascosto dalla bruma che gli rende il fascino oscuro, pazzo e selvaggio che lo ha sempre contraddistinto. In quel clima umido e nostalgico, ha avvertito ancora una volta il sangue rock scorrere nelle sue vene come un fiume in piena, perché questo genere musicale, seppur in continuo cambiamento negli anni, è sempre vivo.

«Il primo tour senza la mia band mi ha fatto sentire come se il mio mondo fosse collassato»

Come negare questa affermazione. Stiamo parlando dei Led Zeppelin. Ma Plant ha razionalizzato cosa volesse davvero, cioè fare musica ancora ed ancora. Accompagnato dalla sua energia e da quell’ispirazione intima intramontabile, ha allargato i confini che proprio gli Zeppelin hanno tracciato in modo così autentico e probabilmente irripetibile.

«Mi sento come un marinaio che ha passato molto tempo in tanti porti diversi»

Ed eccolo rimettersi in gioco, con la stessa passione di sempre. Non è più la voce di una volta, ma il front man è rimasto graffiante, intenso, capace di creare l’atmosfera ideale per il giusto sound. L’ultimo disco, Carry Fire, registrato con i Sensational Space Shifters, è un piacevole ed oscuro intrigante viaggio. Mette insieme il folk, il celtico, i ritmi africani e mediorientali. Ma il ritmo è solo la base, perché il corpo, le sfumature e la quantità del disco viene caratterizzata dalla voce profonda di Plant, da manuale del rock, che rende i sussurri più acuti di un urlo, più echeggianti delle sue montagne gallesi solitarie. Robert Plant giunge in Italia a luglio, se volete per una volta nella vita seguire la via del poeta riccioluto, non esitate, lui vi aspetta.

L’unica data italiana

  • 8 Luglio: Milano Summer Festival (Ippodromo SNAI – San Siro)